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TEMATICA 1

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SEXTING

I rischi della rete

 

 

 

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CASO 1 

Amanda Todd

un caso che ha scosso il mondo

CASO 2 

Ghadeer Ahmed

la ribellione nel mondo arabo

CASO 3 

Jasmine e Briana

il mondo della scuola

CASO 4

Rehtaeh Parsons

l'incubo in un click

CASO 5 

Phillip Albert

un caso controverso

 

TEMATICA 1 

Le emozioni e l'autostima


 

TEMATICA 2

Il ruolo della famiglia e degli insegnanti


 

TEMATICA 3

Educare all'utilizzo consapevole della rete


 

TEMATICA 4

La legislazione 

 

Le emozioni e l'autostima

 


 

L’adolescenza è una fase della vita in cui avvengono tantissimi cambiamenti sia fisici che psicologici, perciò è importante che i ragazzi abbiano un’educazione all’affettività e alle emozioni. In questo periodo dello sviluppo, la sfera affettiva tra pari in tutte le sue sfumature, dall’amicizia alle relazioni di gruppo fino alle prime esperienze sessuali, è spesso un mezzo per raggiungere numerosi obiettivi, come la rassicurazione sulla propria identità, o un modo per affermarsi nella relazione con gli altri. Mentre ci si allontana dagli adulti entrando anche in conflitto con essi, il nuovo punto di riferimento diventano i pari, per i quali si pongono in essere atteggiamenti di accondiscendenza e omologazione.

 “Il cambiamento è inevitabile” dice Bob Proctor, ma “la crescita personale è una scelta”, in quanto ognuno opta una modalità soggettiva per  percorrere il cammino di crescita interiore.

Diversi autori sottolineano come i nativi digitali siano caratterizzati da un alto livello di analfabetismo emotivo legato alla maggiore quantità di relazioni mediate rispetto a quelle dirette.

Attirare attenzione, essere parte di un gruppo, farsi accettare sembrano muovere l’esigenza di alcuni ragazzi di mettere in atto comportamenti forse a volte inadeguati che portano alla nascita di emozioni negative che, se non correttamente veicolate e gestite, possono far arrivare i giovani a commettere gesti di autolesionismo e talvolta spingerli anche al suicidio, come è accaduto ad Amanda Todd e a Rethaeh Parsons.

Per imparare ad ascoltarsi e comprendere emozioni e pensieri, è necessario lasciarsi lo spazio e il tempo perché questo accada. Nelle scuole, in famiglia, tra gli amici, occorre educare alle emozioni, all’esprimere un disagio, una difficoltà o una gioia per poterla condividere con chi si conosce. Training di abilità sociali, abilità di risoluzione dei problemi, percorsi di alfabetizzazione emotiva, migliorano la capacità di esprimere idee e bisogni, competenze personali, gestione dei conflitti interiori e con gli altri.

Il MIUR sin dal 2007 ha promosso una specifica Campagna Nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo e dal 2013 ha aggiunto nel sito web dedicato due social tematici pensati e realizzati insieme ai ragazzi.

Entrambi sono espressione di piazze virtuali dove poter comunicare e socializzare le proprie esperienze, le proprie emozioni.

Spesso i ragazzi che compiono atti di bullismo ne sottovalutano la crudeltà e li vivono come una “bravata” (come pensa il ragazzo di Rethaeh Parsons), senza tener conto dei sentimenti della vittima e dei possibili risvolti giuridici. Lo scambio di un certo tipo di fotografie proprie ed altrui in internet probabilmente non appare loro, emotivamente tanto preoccupante. Skumanick, procuratore distrettuale in Pennsylvania, dice, "Non si può commettere un crimine e chiamarlo divertimento o scherzo. Se pensi questo, si può rapinare una banca, perché pensi che sia divertente." Nella maggior parte dei casi di sexting, di solito, le ragazze inviano immagini ai ragazzi, che poi le inviano ai loro amici. Anche se gli adolescenti possono pensare che sia divertente o un modo per flirtare o addirittura cercare vendetta dopo una rottura, ci possono essere conseguenze pericolose. Donne protagoniste involontarie di scene hard diventate purtroppo di dominio pubblico, si sono ritrovate a dover sostenere un disagio troppo grande da gestire (cosi come è successo a Rethaeh Parsons).

Occorre riflettere anche sul fatto che le vittime, soprattutto se ragazze, spinte dalla visione del mondo femminile offerta dai mass media finiscono spesso per essere lusingate dal fatto che il loro corpo possa apparire su facebook o su twitter (come nel caso della Louisa County High School), salvo poi capire l’errore e innescare meccanismi di tipo distruttivo o atteggiamenti di autocolpevolizzazione. Di questo fenomeno, e sui motivi che lo innescano, ha parlato la dott.ssa Caterina Andricciola, una psicologa-psicoterapeuta: “Tanti giovani accrescono la loro autostima non solo in base ai rapporti che vivono nella vita reale, ma facendo riferimento ai “like” che ricevono sul web… Purtroppo non è raro assistere a crolli vertiginosi di autostima per la mancanza di consensi sui social o per la diffusione di una foto dove il soggetto è immortalato in gesti poco consoni. L’esibizione in rete diventa un modo per farsi accettare, per aumentare l’autostima”.

Ma chi è vittima del sexting ne può uscire senza gravi conseguenze? La dottoressa sostiene: “Spesso c’è bisogno di elaborare il trauma attraverso un percorso più o meno lungo che porta ad una maggiore consapevolezza, al superamento del senso di impotenza e di vergogna attraverso l’accettazione dell’errore che si è ingenuamente commesso. E’ assolutamente possibile superare questo disagio e tornare a stare bene”.

Paolo Picchio, padre di Carolina che a 14 anni si è uccisa per la vergogna di un suo video a sfondo sessuale diffuso in rete, sostiene: “Ai ragazzi vittime di cyberbullismo dico di parlarne con qualcuno, di non isolarsi e di recuperare l’autostima persa. Serve informazione per riconoscere il fenomeno perché le vittime sono colpite nella mente e non nel corpo e spesso famiglia e scuola non se ne accorgono”.

 

 

 

 

 

 

                                                                                                                    

 

 

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